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Decimo dono: dirmi il sacrificale da fare.
Bene attualizzato: ‘Sia fatta la tua volontà sacrificale’.
Lasciarsi sacrificare in cielo. Volontà fissativa e assolutiva
del male cosciente e del male incosciente. Donde viene.
Dal sentire, agire e acconsentire istintivo. Male inconscio
non sentito. In imago prima il cosciente poi l’inconscio.

Pneumatica magia quella del visuato Paterno che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova. Tocca la preghiera del
dire egoisticale ed ecco uscir fuori la preghiera del fare
sacrificale. Al fare sacrificale ci si accosta pregandolo.
Quando pregate, voi dite: Padre nostro che sei nei cieli.
Preghiera sacrificale, da dire e da fare. Bene appellato e
collocato. Bene augurato e perorato; bene attualizzato: Sia
fatta la tua volontà sacrificale come in cielo così in terra.
È la volontà divina Paterna, radicata nell’essere divino,
che è fatto di Amore Sacrificale, da cui attingo contenuto
e direttrice. Il Padre lo vuole sacrificale.
Vuole il suo:
a) lo vuole sacrificandosi: eternamente nel talamo eternale;
temporalmente nel talamo temporale, ove con
la sua metamorfosi dà il via al lasciarsi sacrificare.
b) Lo vuole lasciandosi sacrificare: per sempre da una
porzione di famiglia angelica, capeggiata da Satana,
la divorziata. Temporalmente da tutta la famiglia
umana, magistralmente maneggiata da Satana.
Nell’essere siamo tutti suoi. Nel fare istintivo siamo tutti
suoi. Pure nel fare razionale di amore di odio siamo suoi,
a meno che dalla coscienza non si sprigioni pneumatico
dolore. Per accettazione lo vuole:
1) è la sua prima celestiale volontà sacrificale fissativa
eterna compresente nel Padre; è poi:
2) una seconda volontà celestiale: la volontà assolutiva
del male cosciente.
Il dolore pneumatico fa solubile la morte dell’amore
cosciente. La sua assoluzione è legata al sacrificale ecclesiale
in congiunzione con quello eucaristico. (Per il Padre
è giusto, per me è ingiusto.
È giusta la morte incosciente, così l’ha data a tutti uniformemente)
Il visuato Paterno mi ha fornito la chiara lettura
di un male che mi faccio all’amore senza saperlo; lo
devo chiamare: male incosciente.
Donde mi viene questo male? Mi viene da quel meccanismo
automatico infernale che Satana mi ha impiantato e
che nessun Battesimo ha eliminato.
Quel meccanismo per il quale:
1) A ogni tocco esterno e interno io devo sentire.
2) A ogni sentire segue fulmineo il mio agire: prendo quel
che mi piace e scarto quel che non mi piace.
3) L’agire ottiene sempre il mio pronto acconsentire.
Il tutto bene oleato dal piacere. È l’amore di odio egoisticale
nel suo funzionamento istintivo.
La quasi totalità dell’amore Paterno va alla morte senza
saperlo. In corpo presente non la sentiamo, non la conosciamo,
ma dal corpo entreremo in imago e sarà la nascita
al cielo; allora sentiremo prima la morte cosciente per la
quale non avanzerò nessuna pretesa.
Ma non appena me la sentirò tutta sciolta, allora mi unirò
al coro degli eletti, e grideremo: facci giustizia contro il
nostro avversario! Avversario è Satana.
Che giustizia domanderemo?
1) Non vuol dire: ridonaci il corpo. Infatti perdere il corpo
non è castigo, ma dono sacrificale. È voluto dalla medicina
radicale del mio male egoisticale: espropriazione
totale. Inoltre, quel coro non lo riprenderò mai più. Mi
verrà invece dalla metamorfosi della mia pneumatica
imago. Per questo io mi addormenterò nella speranza
certa della mia trasformazione.
2) Grideremo al Padre una ingiustizia: la grideremo a Lui,
non contro di Lui: è giusto che il Padre accetti di subire
la morte dell’amore senza che noi lo sappiamo. Lo sa
il Padre che accetta una morte inconscia. Lo sa Satana
che ce l’ha imposta con inganno.
Grideremo al Padre incessantemente la ingiustizia di
Satana. Il giudice iniquo lo fa alla vedova per liberarsene.
E il Padre non farà giustizia ai suoi eletti che gridano
a Lui giorno e notte, anche se tarda verso di loro?
Alla morte cosmica lo farà in fretta. Non c’è che da
ammirare e adorare una così meravigliosa volontà
Paterna. Sia fatta in cielo la tua volontà sacrificale
Paterna: fissativa e assolutiva del male cosciente e del
male incosciente.

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