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Decimo dono: dirmi il sacrificale da fare.
Bene attualizzato: sia fatta la tua volontà sacrificale.
Col sacrificale attivo colpisco il piacere e spengo il sentire.
Me lo insegna il Visuato. Cristiano impreparato non ce la fa.
Il male prosegue. Ecco in aiuto il passivo. Col dolore mi fa
solubile il male cosciente e poi mi applica alla assoluzione
presente. Il dolore me lo dà il Visuato che mostrandomi il
piacere della morte dell’amore me lo trasforma in dolore.

Pneumatica magia quella del visuato Paterno che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova. Tocca la preghiera del
dire egoisticale ed ecco uscir fuori la preghiera del fare
sacrificale. Al fare sacrificale ci si accosta pregandolo.
Quando pregate, voi dite: Padre nostro che sei nei cieli.
Preghiera sacrificale, da dire e da fare. Bene appellato e
collocato. Bene augurato e perorato; bene attualizzato: Sia
fatta la tua volontà sacrificale come in cielo così in terra.
È la volontà divina Paterna.
a) Vuole il sacrificale suo celeste: sacrificandosi e
lasciandosi sacrificare.
b) Vuole il sacrificale suo terrestre:
1) il suo: moritivo salvifico: salva morendo. Il sacrificale
suo è il peccare nostro.
2) Il nostro: l’attivo: ‘Rinneghi se stesso’: è l’io mio
egoisticale che mi devo rinnegare nel fare egoisticale.
Il mio fare da rinnegare: è la duplice presa: la meitaria e la reitaria.
La reitaria esce fuori dal mio sentire: ‘Atto spirituale:
me lo dà l’amore egoisticale’ (con esso mi si presenta all’attenzione),
ad ogni immersione di tocchi interni ed esterni, per
farmi fluire il piacerale e farmi deviare ogni sacrificale e lan-
ciarmi così alla mia divinizzazione. Un sentire che io spengo
col Visuato Paterno. Con esso vedo che sotto il piacere scorre
la morte viva dell’amore. Con la forza dello Pneuma
Figliale spengo il sentire. Non posso trascurare quello che si
pensa davanti a queste presentazioni. Cosa? Ma noi non riusciamo
a colpire il piacere e ad annullare il suo sentire! È vera
questa incapacità che sentite. Il piacere è più forte della stessa
vita fisica, ancor più forte della vita pneumatica. Ora viene
a galla quello che il fideato non ci ha dato, e non ci poteva e
non ci doveva dare, ma che oggi con la caduta del fideato si
rende ancor più urgente. Il fideato ci ha dato tante preziose
verità da credere, ma ci ha lasciato in ombra la più importante.
Il sacrificale nostro attivo che veniva gestito prevalentemente
dall’autorità che ci sostituiva con la imposizione. E
non siamo stati educati a condurlo noi. Tant’è vero che non
appena il piacerale è entrato trionfalmente nella vita di oggi,
non ha trovato alcuna resistenza e la sua dilatazione va operando
una accelerata riduzione del fideato. Il sacrificale attivo
ci avrebbe salvati dal crollo del fideato. Ma quello che noi
non abbiamo avuto dal fideato, ce lo propone energicamente
il Visuato. Adesso nasce la nostra responsabilità. Il Visuato ci
può rinnovare il fideato, ma il piacerale non ce lo lascia né
accogliere e meno ancora applicare. Questo lo diciamo per la
nostra correzione e per fornire allo Pneuma quella parola
esterna che da Lui azionata gli rende possibile la sua azione
interiore. Appassioniamoci al Visuato Paterno! Comunque
vada il Visuato, ora siamo al corrente del come vanno le cose:
sentire, agire, acconsentire, che sfrecciano con la velocità dell’istinto,
carichi fino al sommo di piacere ingannevole e che
ci convince quasi in modo imbattibile del male che la persona
si fa all’amore. Vogliamo attivare un rubinetto che mandi
ininterrottamente l’acqua del dolore. Non è più dolore fidea-
to che si accendeva davanti al castigo di Dio, ma è Visuato
che scorre sul male che mi faccio all’amore. Svolge e sviluppa
due funzioni importanti assai:
1) Mi fa solubile tutto il male che mi faccio all’amore
cosciente. La sua solubilità è l’anima del Purgatorio, fa
essere e vivere il Purgatorio.
2) Mi lancia alla ricerca dell’assoluzione presente, sapendo
che qui costa meno di quello che viene a costare in
cielo. Non solo mi lancia alla ricerca che già sappiamo
dove si colloca: la assoluzione presente è legata indissolubilmente
al sacrificale passivo: quello che sono
chiamato ad accettare da tutte le situazioni cui il Padre
ha legato il sacrificale che tutti ci supera. Mi faccio
esperto nella accettazione.

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