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Decimo dono: dirmi il sacrificale da fare.
Bene attualizzato: sia fatta la tua volontà sacrificale.
Prosegue l’inimicale. Odia Dio? Il Figlio ama Giuda e lo
chiama amico: non lo sente e non lo tratta da nemico. Il
Padre ama i nemici suoi. Li sente amici: occorrono al suo
sacrificale; ci ha ottenuti in metamorfosi. Ci salva morendo.
Modalità divina. Col solo amore sacrificale. L’inimicale:
dono suo per la assoluzione.

Pneumatica magia quella del visuato Paterno che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova. Tocca la preghiera del
dire egoisticale ed ecco uscir fuori la preghiera del fare
sacrificale. Al fare sacrificale ci si accosta pregandolo.
Quando pregate, voi dite: Padre nostro che sei nei cieli.
Preghiera sacrificale, da dire e da fare. Bene appellato e
collocato. Bene augurato e perorato; bene attualizzato: Sia
fatta la tua volontà sacrificale come in cielo così in terra.
È la volontà divina Paterna.
a) Vuole il sacrificale suo celeste: sacrificandosi e
lasciandosi sacrificare.
b) Vuole il sacrificale terrestre:
*) il suo: per volontà moritiva salvifica: salva morendo.
**) Il nostro: l’attivo: ‘Rinneghi se stesso’. La sua assenza
viene compensata da quello passivo, cui ci si accosta
col dolore visuato.
Mi rende solubile il male cosciente e mi applica all’assoluzione
presente. Lo ottengo col sacrificale passivo cosmico.
La sua rarità viene compensata dalla frequenza del
sacrificale inimicale.
1) Lo si compone con tutta la egoisticità nostra vissuta.
2) Poi a suo tempo lo si impone con l’odio. Chi me lo
impone io lo sento nemico. Quel mio sentire è un peccare
e mi è sommamente facile trattarlo da nemico.
Nemici tutti noi siamo, nemici ci sentiamo e da nemici ci
trattiamo. Ci sono anche i nemici di Dio. La Bibbia non ci
ha fatto gran luce in quanto i nemici del suo popolo Dio li
tratta da suoi nemici. Il fideato ebraico va sicuro di un Dio
che odia i nemici del suo popolo. (Il Padre non ha i suoi
nemici: non ne ha. Ha i nemici suoi: e siamo noi) Noi cristiani
abbiamo molto di più e di diverso e non solo in parole,
ma in azione.
1) In azione abbiamo il Figlio del Padre: Gesù. Giuda
vede ormai che il maestro sta naufragando. Pensa di
salvarsi con qualche vantaggio economico. Lo vende
alla Chiesa dirigente ebraica ladra e assassina per trenta
denari ed ora glielo consegna; da qui la qualifica di
traditore. Si serve di un segno: quello dell’amore, per
nascondere la sua operazione inimicale. Ma Gesù te lo
chiama ancora amico. Poi tenta di far emergere il tradimento:
‘Amico, a che sei venuto?’. E gli dispone l’uso
mostruoso del segno dell’amore. ‘Con un bacio consegni
il Figlio dell’uomo all’odio inimicale ecclesiale’.
Gesù lo sente ancora amico e lo tratta da amico, per
quello che gli offre (richiamo), ma soprattutto per quello
che riceve (il sacrificale).
2) Dal Figlio ora possiamo passare al Padre. Ci conduce
Gesù stesso: ‘Amate i vostri nemici’, fate del bene a
quelli che vi odiano, benedite quelli che vi maledicono
e pregate per quelli che vi perseguitano, per quelli che
vi calunniano, affinché siate figli del Padre vostro che
è nei cieli, che fa sorgere il suo sole sui maligni e sui
buoni, fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Il Padre
dunque ama noi nemici suoi. Ci ama perché ci sente
suoi amici. E per che cosa ci sente tali? Perché noi
siamo quello che a Lui occorre. Lui è amore sacrificale,
e ha bisogno di noi per essere sacrificato.
(L’occorrente suo) A questo puntava la sua metamorfosi.
Farsi moribile per essere sacrificato dalle sue creature.
Da Satana si lascia mettere in malattia e da noi si
lascia condurre alla morte dell’amore per ogni azione
istintiva di amore di odio. La modalità è commovente:
con devoto silenzioso amore sacrificale. A che scopo?
Salva morendo. Ma non tutti li può salvare: non per
impotenza, ma perché Lui ama perdutamente i suoi
amici che lo trascinano all’eterna morte dell’amore.
Lui fa questo perché non conosce l’amore egoisticale,
ma vive costantemente il suo amore sacrificale. Lo facciamo
noi che siamo unicamente amore egoisticale: noi
sì che annientiamo i nemici. Lui no. Non ha un solo
nemico. Non ne sente uno nemico e non tratta nessuno
da nemico. Il sacrificale inimicale è uno dei più grandi
doni che il Padre offre a tutti noi perché possiamo
diventare figli suoi. A Lui occorrono per salvarci; non
occorreranno a noi per assolverci?

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